TOYS
CASH FROM CHAOS
VS.
CASH FOR CHAOS
Hai mai provato la sensazione di essere stato tradito?
Pensi sia divertente trasformare la ribellione in moneta sonante?
Queste domande lanciate al pubblico prima di lasciare il palcoscenico ben oltre 30 anni fa da John Joseph Lydon - conosciuto da tutti come Johnny Rotten - che segnarono la fine dei Sex Pistols, sono le stesse che muovono il percorso creativo di CANEMORTO.
Questo esplosivo ‘combo’ muove l’assalto alla cultura dominante e alle sue convenzioni alimentando, giorno dopo giorno, la sua leggenda servendosi di tutti i mezzi necessari. CANEMORTO usa con disinvoltura pittura a olio, incisione, spray; crea installazioni, musica, poesia, performance, video. Ma in strada, la sua vera e unica ‘casa’, è solo e soltanto brutalismo muralista, termine che indica non solo il suo agire in piena libertà, ma anche il sentirsi collocato ai margini del mondo.
Se l’artista, come da tradizione è un nemico della sensibilità generale, CANEMORTO è un’immersione violenta e volontaria contro il potere, l’autorità, la religione, ma sopratutto contro la repressione del desiderio. Nell’arte di CANEMORTO risuona un’ispirazione intensa e multiforme che non scende a patti; se in strada questa si tramuta in violenza espressiva, in galleria è una magistrale esplorazione della loro personale visione dell’art brut che affonda le sue radici nel vernacolare, nei cartoni animati visti alla televisione, nelle sottoculture giovanili e in cui prevale un effetto di irrimediabile deriva verso un universo popolato da ‘adulti disadattati’ ma mai sottomessi all’autorità. CANEMORTO è contro chi cerca di opprimere la libertà di esprimere il proprio dissenso all’omologazione, ricordando a tutti che l’arte non ha mai avuto nulla a che fare con le buone intenzioni e/o la morale!
WHAT WE SEE
WHAT WE SEEN
IT’S A DREAM
A DREAM OF
A DREAM
VS.
ART IS A SIGN
A MERE SIGN
JUST THE HINT
OF A SIGN
Cosa sia arte e cosa non lo sia è una questione difficile, scabrosa e quando trattata dal potere, inequivocabilmente perniciosa.
La società in cui viviamo, riconosce l’arte e gli artisti da cui è prodotta - spesso - solo quando raggiungono un valore economico.
Oppure - ma non sempre - quando il movimento contro-culturale che ha generato e innestato nel tessuto sociale il cambiamento e l’innovazione, ha cessato di esistere. Difficile come sempre è riconoscere i germi di una nuova avventura come tale e riuscire a viverla in divenire. Eppure come ormai tutti noi sappiamo, l’arte e la cultura sono invenzioni e se gli artisti non le producessero non esisterebbero. CANEMORTO, il cui approccio ironico e aggressivamente anticonvenzionale si identifica nel post-graffitismo e nell’arte urbana, gioca a generare confusione intorno a sé, poiché mantiene ben salde le sue radici culturali, profondamente connesse con la storia dell’arte, generando uno scarto visivo personalissimo.
Per cogliere e godere appieno l’arte ‘vandalica’ espressa da CANEMORTO, bisogna assemblare insieme una moltitudine di frammenti che spaziano - per sua stessa ammissione - da Barry McGee a Ema Jons, passando da Permeke, Markus Lupertz, Matthew Monahan, scivolando coraggiosamente attraverso il tubo di scolo di Alessandro Pessoli, Kippenberger, David Lynch, Fischli & Weiss, Tilf & Blackwan e poi scendere ancora più giù nel profondo del nostro inconscio dove si trova il mondo abitato da Paul McCarthy, dai fratelli Jake & Dinos Chapman e George Condo. Infine farsi qualche domanda su cosa significhi generare un legame sociale e culturale all’interno dell’ambiente in cui vivi, che ti circonda e spesso ti sovrasta, cercando in tutti i modi di intrappolarti, anziché essere vincolo generativo di libertà.
GRAFFITI
VS.
TOYS
CANEMORTO è uno schiavo della Txakurra. La Txakurra è tutto. La Txakurra non esiste. La Txakurra è il carattere di un’esperienza creativa in cui forma e stile non hanno più significato, in cui si mescolano memorie infantili e suggestioni di rituali, nata per la gioia di sorprendere gli ignari passanti che popolano le vie del pianeta Terra. La Txakurra è, probabilmente, una complessa operazione allegorica in cui storie, personaggi, miti, si trovano collegati in forme apparentemente arbitrarie ma poeticamente suggestive all’interno di un ambiente visivo.
La Txakurra è un cane randagio che cammina per la strada con il cuore gonfio di Napalm. La Txakurra vive tra l’incudine e il martello.
Tra il fiele di alcuni e il miele di altri. Nella Txakurra il futuro del dominio pubblico è vago, incerto, ma sicuramente sarà tutto a colori.
Giacomo Spazio
***
1. Cash from Chaos
è un motto dei Sex Pistols
2. Cash for Chaos
è un motto di Shepard Fairey / Obey
3. What we see. What we seen. It’s a dream. A dream of a dream.
è contenuto nel film “Picnic a Hanging Rock”
tratto dal romanzo della scrittrice Joan Lindsay
4. Art is a sign. A mere sign. Just the hint of a sign.
è contenuto nel libro “Fuc/h/k/sia” scritto da Giacomo Spazio
5. Graffiti
è una canzone delle Throwing Muses contenuta nel disco “The Real Ramona”
6. Toys
è una canzone di CANEMORTO